Il workshop parte da semplici esercizi di training dell’attore per giungere a brevi cenni di conoscenza e di esplorazione della maschera neutra. La performance trae ispirazione dal Teatro Nō, una forma di teatro giapponese, la cui caratteristica è l’utilizzo di maschere raffiguranti entità superiori che costituiscono il punto di incontro tra il tempo mitico e il tempo storico.
“Il mantello di piume” o “Hagaromo” è la storia di un angelo che scende sulla terra e si sveste del suo mantello di piume per fare un bagno nel lago. Un pescatore, spinto dalla curiosità, ruba il mantello per mostrarlo agli anziani del villaggio e custodirlo, ma l’angelo resosi conto del furto lo reclama, chiedendone la restituzione. Al centro della scena c’è il dolore dell’angelo che, senza le ali, non può più tornare in cielo ed è costretto alla prigionia sulla terra. Dopo aver sentito le ragioni dell’angelo, il pescatore si convince a restituire il mantello, in cambio dell’esecuzione di una danza divina, simbolo dell’incontro straordinario tra il cielo e la terra. Lo spazio bianco è il luogo del divino che si fonde col terreno, è l’entità sovrumana che lascia il suo segno, la sua impronta, è l’uomo che si rinnova e si trasforma al suo passaggio.